I gladiatori più famosi dell’antica Roma

Nell’antica Roma erano molto famosi i giochi gladiatori in cui uno o più uomini si sfidavano a vicenda o combattevano contro fiere feroci. Il più delle volte erano obbligati a gareggiare, ma dopo una serie di vittorie o una vittoria particolarmente valorosa, veniva loro donato il rudis, una spada il legno che simboleggiava la libertà guadagnate combattendo.

Tuttavia, spesso, i gladiatori rifiutavano la libertà e preferivano continuare a esibirsi per due motivi in particolare.

In primis i combattimenti non erano tutti mortali ma, essendo molti gladiatori famosi e benvoluti dal pubblico, i perdenti venivano spesso graziati e veniva loro concessa la possibilità di continuare a gareggiare.

In secundis chi combatteva guadagnava un sacco di soldi. Il gladiatore dell’antica Roma è paragonabile a un giocatore di calcio dell’attuale società, alcuni guadagnavano più di un generale dell’esercito.. Quindi è sensato che molti di loro scegliessero di continuare quell’attività.

Chi fosse riuscito a guadagnare notorietà avrebbe condotto una vita agiata tra banchetti sontuosi della ricca società e bellissime donne. I gladiatori erano infatti dei sex symbol a tutti gli effetti.

I 5 gladiatori più famosi dell’antica Roma

Gli scontri nell’arena erano l’attrazione principale della repubblica romana e dell’impero romano. Uomini e a volte anche donne entravano nell’anfiteatro per prender parte ai combattimenti contro altri gladiatori o perfino contro fiere feroci.

La maggior parte dei gladiatori erano obbligati a prendere parte a questi combattimenti. Dopo una serie di vittorie e successi nell’arena o dopo uno scontro fenomenale a questi veniva data in dono il rudis, una spada in legno che simboleggiava la libertà acquisita.

Tuttavia alcuni gladiatori amavano così tanto la loro vita che rifiutavano questo privilegio offerto loro dai politici romani in diverse occasioni. Alcuni, nonostante fossero uomini liberi, combattevano per soldi e fama.

Infatti chi era talmente abile nell’arena da diventare famoso era considerato come un eroe, veniva invitato a tutti i banchetti, adorato dalle donne, omaggiato di ricompense e doni e anche pagato più di un generale dell’esercito.

Alcuni gladiatori diventarono talmente famosi che gli archeologi hanno ritrovato graffiti che raccontano le loro gesta in terre lontane come Francia, Gran Bretagna e Ungheria. La fama di alcuni diventò tale che le loro gesta saranno ricordate nella storia per sempre.

Purtroppo la storia e le gesta di molti di loro sono andate perdute con il passare del tempo.

Le informazioni qui di seguito riportate sono state ottenute grazie a vari ritrovamenti di reperti e documenti che li riguardano.

Carpophorus, il bestiarii più famoso di tutti i tempi

Nell’antica roma esistevano diversi stili utilizzati tra i gladiatori e diversi tipi di combattimento. Molti di questi consistevano in combattimenti tra due gladiatori ma c’erano dei gladiatori conosciuti come bestiarii che erano specializzati in scontri contro fiere feroci.

Esistevano due tipi di bestiarii:

  • Chi veniva riconosciuto colpevole di reato grave veniva condannato alla cosiddetta damnatio bestias. Essi venivano gettati nell’arena con minime possibilità di difendersi contro animali feroci. Ma, anche se fossero riusciti ad abbattere qualche bestia, dato che altri animali venivano continuamente introdotti finché non rimaneva alcun superstite umano, non avevano comunque possibilità di sopravvivere. I condannati a volte preferivano togliersi la vita piuttosto che venire sbranati dalle bestie nell’arena.
  • C’erano anche quelli che combattevano gli animali per soldi e per fama. Questo tipo di combattimento era uno dei più pericolosi in assoluto. L’aspettativa di vita di chi decideva di cimentarsi in questo genere di scontri era relativamente bassa. Secondo i documenti dell’epoca gli animali introdotti nell’arena per questo genere di spettacoli potevano essere i seguenti: orsi, leopardi, tori, rinoceronti, leoni, lupi, iene, cinghiali e addirittura anche elefanti.

Carpophorus non solo addestrava queste bestie feroci ma le affrontava anche nell’arena. Era conosciuto da tutti come il bestiarii più famoso.

Durante la sua migliore performance affrontò e uccise ben 20 animali diversis. Secondo Marco Valerio Marziale, poeta romano comunemente ritenuto il più importante epigrammista in lingua italiana, Carpophorus avrebbe potuto affrontare  la chimera e il toro di Creta assieme. Sfortunatamente non esiste alcun documento che ci fa scoprire che fine abbia fatto questo bestiarii. 

La data e le cause della sua morte rimangono tuttora un mistero.

Prisco e Vero (Priscus and Verus) e il loro scontro epico

Prisco e Vero sono entrambi diventati gladiatori durante l’impero di Vespasiano e Tito, verso la fine del primo secolo dopo cristo. Durante il primo giorno dei giochi svolti nell’anfiteatro Flavio, il Colosseo, entrambi prima di scendere nell’arena non avevano idea di chi fosse il loro avversario. Rimasero scioccati quando scoprirono di doversi sfidare l’un l’altro e combattere fino alla morte. Visto che i due si conoscevano da tempo ed erano buoni amici diedero vita ad uno spettacolo epico che durò per diverse ore. Entrambi combattevano con solo uno scudo e una spada. A metà battaglia l’imperatore Tito ordinò ai due di continuare a combattere senza gli scudi. Ad un certo punto, per rispetto reciproco, entrambi misero a terra le loro spade e continuarono a combattere a mani nude.

Prisco e Vero, entrambi feriti ed esausti, diedero vita ad uno scontro epico. L’imperatore Tito dichiarò entrambi vincitori donando il routis come simbolo della libertà acquisita.

Questo è l’unico caso che conosciamo in cui entrambi i gladiatori hanno combattuto e vinto. Non si sa cosa sia accaduto ai due dopo quella battaglia ma quello scontro fu il più famoso e documentato di sempre.

Marcus Attilius un uomo libero che decise di intraprendere la carriera di gladiatore per pagare i debiti

Attilio era un cittadino libero dell’Impero Romano e probabilmente decise di intraprendere la carriera di gladiatore per pagare debiti che aveva accumulato durante la sua vita. Nonostante fosse un novizio, durante la sua prima battaglia, sconfisse Hilarius, un gladiatore veterano dell’imperatore nero che aveva vinto le 12 battaglie precedenti.

Questo scontro fu molto apprezzato dalla folla poiché fu concessa la grazia ad Hilarius alla fine del match. Questo di solito avveniva quando entrambi i gladiatori davano il massimo e lo scontro era molto avvincente.

Nella sua seconda battaglia sconfisse Lucius Raecius Felix, un gladiatore con ben dodici vittorie all’attivo. Anche in questa occasione fu concessa la grazia al perdente per aver combattuto un match all’altezza.

Graffiti scoperti di recente nel 2007 al di fuori della porta di Nocera, a Pompei, raccontano le sue gesta. In questi è raffigurato come un mirmillone.

I mirmilloni portavano un grosso elmo sul capo decorato con figure marine che copriva interamente il volto, avevano un largo scudo rettangolare ricurvo molto pesante, sulle gambe per protezione avevano un solo schiniere e come arma utilizzavano il gladio.

Non sappiamo se fosse un ex soldato o un combattente talentuoso né sappiamo se ha disputato altri scontri nell’arena o cosa gli sia successo.

Flamma il gladiatore più famoso di tutti i tempi, la sua faccia finì sulle monete dell’impero romano dell’epoca

Il soldato siriano Flamma è probabilmente uno dei gladiatori più famosi dell’Impero Romano. Fu catturato dai romani e obbligato a combattere nell’arena. Diventò uno dei migliori e guadagnò ricchezza e fama in tutto l’impero.

Durante il suo primo scontro affrontò un gladiatore tra i migliori. I romani si aspettavano uno scontro rapido invece Flamma, contro ogni aspettativa, vinse lo scontro e così ebbe inizio la sua leggenda e ben presto diventò uno trai più temuti gladiatori dell’epoca.

Lo stile di questo famoso gladiatore era il secutur (l’inseguitore).

L’equipaggiamento del secutur prevedeva un elmo tondo con due fori molto piccoli in modo da difendere il volto e gli occhi dal tridente del reziario, uno scudo imponente e concavo che proteggeva il corpo dal ginocchio al viso ma lasciava scoperti i fori per la visuale, una manica costituita da scaglie o placche metalliche o di cuoio poste sul braccio destro, spalle e tibia erano protette da un’imbottitura di metallo oppure di cuoio imbottito, l’arma dell’inseguitore era il famoso gladio, la piccola spada a doppio taglio con una lama larga e molto appuntita.

Durante la sua lunga carriera di gladiatore durò per ben 13 anni. Combatté un totale di 34 battaglie, ne vinse 21, 9 finirono in parità e per ben quattro volte venne graziato.

Grazie alla sua bravura e abilità con cui riuscì a sconfiggere praticamente qualsiasi avversario decisero di donargli il rudis, la spada di legno che gli avrebbe concesso la libertà ma lui rinunciò a questo privilegio per ben quattro volte.

Ha affrontato tutti i suoi avversari nel Colosseo di Roma. Queste battaglie hanno attratto un buon numero di spettatori. Diventò talmente famoso che la sua faccia fu impressa sulle monete romane dell’epoca.

Flamma morì a 30 anni, durante la sua 34ª battaglia tra le sabbie del Colosseo che tanto amava. Venne sepolto in Sicilia.

Spartaco (Spartacus) il gladiatore più conosciuto di sempre, le sue gesta verranno ricordate per sempre.

Il gladiatore più conosciuto di tutti i tempi è senza dubbio Spartaco. Si sa ben poco sulla sua giovinezza ma è comunque certo che nacque in Tracia, fu catturato dai romani e venduto come schiavo.

Lentulo Batiato di Capua, proprietario di una scuola di gladiatori a Capua, notò subito il suo potenziale e lo acquistò con l’intenzione di farlo diventare un gladiatore e di guadagnare un sacco di soldi.

Un guerriero fiero e indipendente come Spartaco però aveva altre idee per il suo futuro e voleva essere un uomo libero.

Nel 73 a.C. insieme a Crixus e ad altri 70 gladiatori fomentò una rivolta nella scuola di Batiato. Durante la ribellione Lentulo Batiato fu ucciso e Spartaco insieme ad altri gladiatori scapparono per poi rifugiarsi in una zona ai piedi del Vesuvio. Lungo il tragitto liberarono altri schiavi. Spartaco e il suo esercito durante il primo scontro, denominato la battaglia del Vesuvio, sconfissero il pretore Claudio.

Alla notizia del successo dei ribelli accorsero alle fila dell’esercito di Spartaco innumerevoli schiavi fuggiti, pastori e contadini delle terre attorno al Vesuvio. I rivoltosi ottennero un successo molto eclatante contro il proiettore Publio Varinio. In quell’occasione Spartaco s’impadronì dei cavalli, delle insegne, delle legioni e dei fasci littori del pretore.

Sconfissero gli eserciti mandati dall’Impero Romano in altre quattro occasioni però nel 71 a.C. Marco Licinio Crasso reclutò 50.000 soldati romani altamente addestrati per sconfiggere l’armata di Spartaco.

La  cosiddetta guerra di Spartaco e si svolse nei pressi del fiume Sele. Si dice che Spartaco morì in quella battaglia ma il suo corpo non fu mai ritrovato. I romani fecero 6.000 prigionieri i quali poi furono crocifissi lungo la via appia da Capua a Roma (circa 200 km).